Medicina Estetica
La medicina estetica è una branca medica nata a Parigi nel 1973 grazie all’endocrinologo Dott. Jean Jacques Legrand e in Italia nel 1975 grazie al geriatra Prof. Carlo Alberto Bartoletti, della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME), dal quale ha inizio un movimento culturale medico-estetico con il compito di studiare le tecniche per migliorare la qualità della vita di chi vive un disagio per un inestetismo fisico male accettato.
E’ alta oggi la richiesta di chi si rivolge alla medicina estetica non solo per correggere l’inestetismo presente, ma per migliorare la qualità della vita relativa alla propria età e per mantenere negli anni una condizione fisica e mentale ottimale, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La medicina estetica in questi anni ha assunto maggiormente la connotazione di medicina essenzialmente “preventiva”, pur mantenendo carattere correttivo, restitutivo e riabilitativo.
Nella pratica clinica il programma correttivo non deve avvalersi esclusivamente di metodologie e tecniche mediche e cosmetiche, ma l’approccio terapeutico deve sottendere una visione olistica della natura umana che si basa sul rispetto della persona e sulla fiducia nelle sue potenzialità di preservare o addirittura recuperare il proprio equilibrio.
E’quindi indispensabile che il medico, sia esso dermatologo o medico estetico, oltre ad eseguire un attento esame obiettivo che guidi verso la terapia della patologia o dell’inestetismo, ascolti a fondo il paziente, con uno scopo di respiro più ampio che tenda a promuovere e stimolare il benessere globale della persona.
Indagare l’aspetto emotivo del paziente, le ansie, le paure più recondite e il malessere psicofisico che lo ha condotto presso il nostro ambulatorio.
Per questo è importante che il professionista, medico estetico, dermatologo o chirurgo estetico, abbia la consapevolezza che la richiesta del paziente sia dettata dall’esigenza di trovare un senso di armonia con se stesso e non sia invece frutto dell’affannosa ricerca dell’approvazione e del consenso dei canoni estetici della società, espressione della ricerca esasperata di un ideale di bellezza esterno e fatto proprio.
La cosa più importante in medicina non è tanto la malattia di cui il paziente è affetto, quanto la persona che ne soffre. (Ippocrate 460 a.C.)
Solitamente la percezione che abbiamo di noi stessi rispetto al nostro corpo non coincide con quella che gli altri hanno di noi e le perplessità sorgono quando si vogliono raggiungere standard di bellezza irraggiungibili proposti per lo più dai media, diventando vittime di una sindrome di identificazione con la collettività. Questo atteggiamento può essere così esasperato da portare a sacrificare la nostra individualità in nome dei modelli omologati e imposti dalla società dell’immagine e dell’effimero, canoni estetici artefatti o semplicemente irrealizzabili. In realtà l’ideale di bellezza ha sempre un significato soggettivo, rispetto al quale non possono esserci canoni fissi. Il concetto di benessere, se si vuole prescindere dalle mode del momento, è dunque connesso allo stato di salute, alla serenità interiore, al sentirsi in armonia con il corpo e con la mente, a proprio agio con se stessi e con gli altri.
Il messaggio che il paziente deve portare a casa è la consapevolezza che le strutture fisiche ereditate, siano esse allineate o meno ai canoni ideali in auge nella società contemporanea, sono un patrimonio prezioso da curare e custodire gelosamente con un’igiene di vita ottimale che tragga il suo nutrimento da un’alimentazione corretta, sana ed equilibrata, da un’attività fisica costante e da una mirata educazione cosmetologica, psicologica e comportamentale.
Oggi la medicina estetica può divenire cooperazione e rappresentare un filtro tra l’uomo e la società contemporanea attuando un approccio medico completo indirizzato a preservare o recuperare il benessere psicofisico del paziente.